PER AMALIA
Ciao, amica mia.
Dovunque tu sia, sprofondata nel letto che ha ancora poco tempo per accogliere te, i tuoi pensieri le tue lacrime, le tue insonnie…
Ciao amica mia… mi vieni incontro e apri le portiere dell’ascensore e mi abbracci e mi accompagni a casa tua..Ciao Amalia, grande coraggiosa mamma con la tua bimba cresciuta e ferma nel tempo… tu che di tempo ormai ne hai tanto poco ..
Ciao Amalia… seduta nella poltrona del piccolo studio tu ed io a parlare come due vecchie amiche quasi come due sorelle…tu mi racconti e mi ripeti la tua vita io finalmente ti parlo della mia… i figli, i nipoti riempiono le nostre giornate con la loro presenza e con la loro assenza …comunque ci sono…ed io domando di te , ti chiedo come stai anche se io so e tu l’ignori…come dirti ancora del tuo male …proprio a te che di mali e di dolori hai riempito le tue giornate…proprio a te che hai solo occhi e orecchie per ogni minimo accenno di vita di chi la vita da te l’ha avuta in dono, di chi la tua vita da anni ormai si è presa…
Ho finto con te, volevo far finta di non sapere, volevo cancellare le notizie, parlare solo del presente cui anche io mi ero abituata…tu, la tua casa, la tua bellissima terrazza su cui la breve cucina apre la sua vista… fiori…piante…tanto verde… aria pulita e anche questo è merito tuo…Elena respira con il tempo bello la primavera, il caldo che sa d’estate…chissà che cosa incamera nel suo cuore di questa realtà all’ultimo piano dello stabile… è tornata da anni ormai ad essere di nuovo e per sempre tua figlia…
Come faranno? Mi domandi …cara amica mia… qualsiasi cosa decideranno dopo di te saranno le loro scelte, tu la tua l’hai fatta definitivamente molti anni fa e non te ne sei mai pentita…Elena oggi è con te ..in un’altra stanza …tu non la chiami , non la culli, non la trasporti ma lei c’è e tu ci sei… lontanissime… sullo stesso corridoio che raggiunge le stanze e funge ancora e ancora da cordone ombelicale che vi trattiene insieme…amica mia…abbiamo fatto appena in tempo a fare due passi insieme, finalmente all’aperto , sottobraccio , lentamente, tu con il tuo bel cappotto e il cappellino d’altri tempi…ti eri preparata velocemente alla mia proposta di uscire un po’ all’aperto . era una bella giornata , ti avrei riaccompagnata a casa.
Con te sottobraccio mi sembrava di passeggiare con mia mamma…la stessa eleganza tradizionale ed innata…se penso a mia figlia che mi raccomanda:… “mammma quando vai a prendere Agata sistemati…sembri una pazza…”
Facciamo quattro passi, arriviamo fino all’angolo e poi torniamo indietro. E così mi additi la casa dove viveva Elena con la famiglia a cinque minuti da casa tua e la scuola dove lei insegnava proprio di fronte, casa e chiesa come si dice, che fortuna…già che fortuna…
Amica mia che ci fai su quella poltrona immobile con la gamba ingessata…ci mancava…sottobraccio a “Santo Stefano”, come lo chiami tu, la settimana prima eri inciampata in un grande magazzino…frattura della gamba…accidenti…
E’ l’ultima volta che ci incontriamo, ti porto un libro, una storia leggera tanto per passare il tempo che non scorre mai…ancora nel piccolo studio parliamo di noi…delle nostre famiglie …di una tua sorella, l’ultima rimasta di una numerosa fratellanza, che a maggio compirà 100 anni… e poi ancora un saluto, una breve carezza sul volto di porcellana senza calore e senza età che è stato fino ad oggi tutta la tua vita…chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato il nostro ultimo incontro?
Fuori pioveva quel giorno ed io ero uscita senza ombrello e tu ti sei subito preoccupata di darmene uno, piccolo e verde, che ti avrei riportato…non credo che ci sarà più il tempo per rendertelo…sarà il tuo ultimo regalo per me…questo non si tocca …è l’ombrello di Amalia…Ciao amica mia…fa buon viaggio…
Adele