Su e giù per il corridoio , dalla penombra dell’ultima stanza al chiarore della terrazza fiorita, Amalia spinge la sedia a rotelle e l’accompagna con la voce e una canzone, con tutto il poco fiato che l’età e il suo stato di salute le permette , culla la sua bambina, torna a cullare la sua bambina (di 60 anni).
Mi avvicino ad Elena per un saluto, per una breve carezza su di un volto senza età, un volto liscio lucido senza un segno che scavi il tempo che è passato, senza un segno di vita vissuta, fermo nella malattia, nel dolore. Sembra il viso di una bambola di porcellana.
Amalia l’avevo conosciuta qualche anno fa, prima che il Covid interrompesse anche i rapporti che più facevano parte della mia vita di volontaria. Con lei avevo condiviso dolore, malinconie, senso di abbandono soprattutto da parte della famiglia maggiormente toccata dalla malattia che aveva distrutto il cammino di Elena.
Amalia l’aveva ripresa con sé, contro ogni volontà opposta, si era riportata a casa sua figlia, ci penso io, con l’aiuto giusto naturalmente…
E così un via vai di medici, di istituzioni, di volontari delle associazioni.
La vita cambia e il vuoto maggiore non è tanto quello di un percorso che si interrompe quanto del vuoto familiare intorno, proprio di quella famiglia che Elena aveva costruito. La “sua” famiglia non ce la fa, non ci riesce. Colma la mancanza di presenza con l’aiuto economico, paga anche con la salute il vuoto così grande che la malattia della moglie e madre lascia dietro di sé.
Amalia riprende il cammino lei, Amalia, prosegue …oggi nella penombra della casa che nuovamente mi accoglie, la ritrovo più magra, più segnata dagli anni che scorrono via, ma sempre lei, con il suo tono di voce sereno e dolente ed una memoria che va e viene, che la perde e la ritrova…parliamo della sua realtà, parliamo di noi, della vita che si alterna, si arricchisce e si fa sorda… ogni tanto anche lei si perde dietro un vuoto di immagini e di voci…chissà che non sia un aiuto questo non ricordare, questa nebulosità che allieva il dolore di una realtà giornaliera, chissà che quel cullare avanti e indietro Elena non sia un inconsapevole ritorno al passato, quando tutta la vita scorreva davanti e sogni e progetti si confondevano con le parole di ninne nanne…